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Home Cronaca

Crisi cinese e guerra in Ucraina non frenano Pmp Industries

Nel 2023 prevista una crescita del 20 per cento. Continua la regionalizzazione produttiva, nuovi investimenti in tutti gli stabilimenti nel mondo

redazione redazione
03/01/2023
in Cronaca, Cultura, Notizie, Udine
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03/01/2023 – La crisi economica in Cina e la guerra russo-ucraina non rallentano la crescita di Pmp Industries. Infatti, il gruppo friulano, player mondiale nei sistemi di trasmissione per veicoli industriali e agricoli, ha chiuso il 2022 con un fatturato di 135 milioni di euro, in crescita in tutte le aree (Europa, India e Americhe) fuorché nel Far East, dove però si attende con il nuovo anno una robusta ripresa, tant’è che l’obiettivo per il 2023 è di 162 milioni di ricavi complessivi, pari a una crescita del 20 per cento. 

“Nonostante il ciclo negativo in Cina – spiega il presidente Luigino Pozzo – non pensiamo di lasciare quel Paese, come diverse grosse multinazionali, anche nostre concorrenti, hanno già fatto. Oggi su quel mercato siamo rimasti noi e i cinesi e su questo fattore vogliamo puntare, viste le previsioni di una crescita che inizierà nel 2023 e si consoliderà nel 2024”. 

Pozzo elenca anche le altre criticità affrontate nell’anno appena concluso: il conflitto in Ucraina e l’embargo alla Russia hannopesato per l’8% del fatturato; poi il costo di trasporto per un container passato da mille a 9.500 dollari; infine, il prezzodell’energia aumentato di ben cinque volte. Il piano strategico di Pmp Industries avviato alcuni anni fa, però, sta portando i suoi frutti. 

“Da una internazionalizzazione interdipendente – aggiunge Pozzo – siamo passati a una regionalizzazione produttiva con due macro-aree: Europa e Americhe da una parte e India e Far East dall’altra. Prima lo stabilimento di Coseano, in Friuli, dipendeva per l’85% da quello cinese; oggi, invece, è autonomo assieme agli altri siti occidentali. Attualmente tutti gli stabilimenti – oltre a quello friulano, quelli in Bosnia, in Usa, in India, in Malesia e in Cina -sono in attivo e con consistenti portafogli di ordini. Questo è il frutto della pianificazione degli ultimi dieci anni e ora stiamo pianificando i prossimi dieci: dobbiamo spingere ancora sulla stabilità della qualità e dei processi produttivi. Traguardi che non ci spaventano,bensì ci stimolano”. 

I progetti per il 2023 parlano di crescita nel settore delle pompe idrauliche come anche in quello delle trasmissioni per veicoli elettrici. In dote ci sono già contratti sottoscritti con grossi clienti mondiali, come per esempio Jcb, il più grosso produttore europeo di escavatori. 

“Riusciamo a garantire alle multinazionali la stessa qualità e tecnologia in tutto il mondo ma ai prezzi locali, così assicurando loro competitività” sottolinea Pozzo.

Nuovi investimenti sono previsti in tutti i siti produttivi. A Coseano sono in corso lavori di ampliamento per portare lo stabilimento a 250mila metri quadrati; inoltre, entro il 2023 diventerà energeticamente indipendente, utilizzando il 100% di energia rinnovabile prodotta dagli impianti fotovoltaici realizzati sui tetti dei capannoni, che saranno ulteriormente potenziati fino ad arrivare a 4.500 MWhr/anno. Altro obiettivo è “infortuni zero”: nell’ultimo biennio gli incidenti sono passati da 34 a 20 e le ore perse da 643 a 349. Nel 2022 sono state erogate 5mila ore di formazione e lo stabilimento è appena stato certificato Iso45001. Consistenti investimenti sono previsti, poi, nello stabilimento di Laktasi nella Repubblica serba di Bosnia, mentre in Cina ripartiranno i lavori di realizzazione di un nuovo stabilimento da 20mila metri quadrati,interrotti tre anni fa a causa del Covid.

CHI SIAMO – Pmp Industries, con quartier generale a Coseano in Friuli, è un gruppo industriale leader mondiale nella produzione di sistemi integrati di trasmissione meccanica a trazione elettrica e idraulica per mezzi industriali. Nato nel 1991, conta attualmente sedi produttive, logistiche e commerciali in Italia, Bosnia-Erzegovina, India, Malesia, Cina, Brasile e Stati Uniti. Ha chiuso il 2021 con un fatturato superiore ai 150 milioni di euro e punta nel giro di 3-5 anni a raggiungere 300 milioni di ricavi. Occupa 1.100 dipendenti, di cui 450 nella sede italiana, destinati a crescere fino a 700 nei prossimi tre anni.

Tags: Udine
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